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III. I DISCORSI DI ELIU

Intervento di Eliu

32 quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perchè egli si riteneva giusto. Allora si accese lo sdegno di Eliu, figlio di Barachele il Buzita, della tribù di Ram. Si accese di sdegno contro Giobbe, perché pretendeva d'aver ragione di fronte a Dio; si accese di sdegno anche contro i suoi tre amici, perché non avevano trovato di che rispondere, sebbene avessero dichiarato Giobbe colpevole. Però Eliu aveva aspettato, mentre essi parlavano con Giobbe, perché erano più vecchi di lui in età. Quando dunque vide che sulla bocca di questi tre uomini non vi era più alcuna risposta, Eliu si accese di sdegno.

Presa dunque la parola, Eliu, figlio di Barachele il Buzita, disse:

Esordio

Giovane io sono di anni
e voi siete gia canuti;
per questo ho esitato per rispetto
a manifestare a voi il mio sapere.
Pensavo: Parlerà l'età
e i canuti insegneranno la sapienza.
Ma certo essa è un soffio nell'uomo;
l'ispirazione dell'Onnipotente lo fa intelligente.
Non sono i molti anni a dar la sapienza,
né sempre i vecchi distinguono ciò che è giusto.
10 Per questo io oso dire: Ascoltatemi;
anch'io esporrò il mio sapere.
11 Ecco, ho atteso le vostre parole,
ho teso l'orecchio ai vostri argomenti.
Finché andavate in cerca di argomenti
12 su di voi fissai l'attenzione.
Ma ecco, nessuno ha potuto convincere Giobbe,
nessuno tra di voi risponde ai suoi detti.
13 Non dite: Noi abbiamo trovato la sapienza,
ma lo confuti Dio, non l'uomo!
14 Egli non mi ha rivolto parole,
e io non gli risponderò con le vostre parole.
15 Sono vinti, non rispondono più,
mancano loro le parole.
16 Ho atteso, ma poiché non parlano più,
poiché stanno lì senza risposta,
17 voglio anch'io dire la mia parte,
anch'io esporrò il mio parere;
18 mi sento infatti pieno di parole,
mi preme lo spirito che è dentro di me.
19 Ecco, dentro di me c'è come vino senza sfogo,
come vino che squarcia gli otri nuovi.
20 Parlerò e mi sfogherò,
aprirò le labbra e risponderò.
21 Non guarderò in faccia ad alcuno,
non adulerò nessuno,
22 perché io non so adulare:
altrimenti il mio creatore in breve mi eliminerebbe.

La presunzione di Giobbe

33 Ascolta dunque, Giobbe, i miei discorsi,
ad ogni mia parola porgi l'orecchio.
Ecco, io apro la bocca,
parla la mia lingua entro il mio palato.
Il mio cuore dirà sagge parole
e le mie labbra parleranno chiaramente.
Lo spirito di Dio mi ha creato
e il soffio dell'Onnipotente mi dà vita.
Se puoi, rispondimi,
prepàrati davanti a me, stà pronto.
Ecco, io sono come te di fronte a Dio
e anch'io sono stato tratto dal fango:
ecco, nulla hai da temere da me,
né graverò su di te la mano.
Non hai fatto che dire ai miei orecchi
e ho ben udito il suono dei tuoi detti:
«Puro son io, senza peccato,
io sono mondo, non ho colpa;
10 ma egli contro di me trova pretesti
e mi stima suo nemico;
11 pone in ceppi i miei piedi
e spia tutti i miei passi!».
12 Ecco, in questo ti rispondo: non hai ragione.
Dio è infatti più grande dell'uomo.
13 Perché ti lamenti di lui,
se non risponde ad ogni tua parola?
14 Dio parla in un modo
o in un altro, ma non si fa attenzione.
15 Parla nel sogno, visione notturna,
quando cade il sopore sugli uomini
e si addormentano sul loro giaciglio;
16 apre allora l'orecchio degli uomini
e con apparizioni li spaventa,
17 per distogliere l'uomo dal male
e tenerlo lontano dall'orgoglio,
18 per preservarne l'anima dalla fossa
e la sua vita dalla morte violenta.
19 Lo corregge con il dolore nel suo letto
e con la tortura continua delle ossa;
20 quando il suo senso ha nausea del pane,
il suo appetito del cibo squisito;
21 quando la sua carne si consuma a vista d'occhio
e le ossa, che non si vedevano prima, spuntano fuori,
22 quando egli si avvicina alla fossa
e la sua vita alla dimora dei morti.
23 Ma se vi è un angelo presso di lui,
un protettore solo fra mille,
per mostrare all'uomo il suo dovere,
24 abbia pietà di lui e dica:
«Scampalo dallo scender nella fossa,
ho trovato il riscatto»,
25 allora la sua carne sarà più fresca che in gioventù,
tornerà ai giorni della sua adolescenza:
26 supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza,
gli mostrerà il suo volto in giubilo,
e renderà all'uomo la sua giustizia.
27 Egli si rivolgerà agli uomini e dirà:
«Avevo peccato e violato la giustizia,
ma egli non mi ha punito per quel che meritavo;
28 mi ha scampato dalla fossa
e la mia vita rivede la luce».
29 Ecco, tutto questo fa Dio,
due volte, tre volte con l'uomo,
30 per sottrarre l'anima sua dalla fossa
e illuminarla con la luce dei viventi.
31 Attendi, Giobbe, ascoltami,
taci e io parlerò:
32 ma se hai qualcosa da dire, rispondimi,
parla, perché vorrei darti ragione;
33 se no, tu ascoltami
e io ti insegnerò la sapienza.

Scacco dei tre saggi nel discolpare Dio

34 Eliu continuò a dire:

Ascoltate, saggi, le mie parole
e voi, sapienti, porgetemi l'orecchio,
Perché l'orecchio distingue le parole,
come il palato assapora i cibi.
Esploriamo noi ciò che è giusto,
indaghiamo fra di noi quale sia il bene:
poiché Giobbe ha detto: «Io son giusto,
ma Dio mi ha tolto il mio diritto;
contro il mio diritto passo per menzognero,
inguaribile è la mia piaga benché senza colpa».
Chi è come Giobbe
che beve, come l'acqua, l'insulto,
che fa la strada in compagnia dei malfattori,
andando con uomini iniqui?
Poiché egli ha detto: «Non giova all'uomo
essere in buona grazia con Dio».
10 Perciò ascoltatemi, uomini di senno:
lungi da Dio l'iniquità
e dall'Onnipotente l'ingiustizia!
11 Poiché egli ripaga l'uomo secondo il suo operato
e fa trovare ad ognuno secondo la sua condotta.
12 In verità, Dio non agisce da ingiusto
e l'Onnipotente non sovverte il diritto!
13 Chi mai gli ha affidato la terra
e chi ha disposto il mondo intero?
14 Se egli richiamasse il suo spirito a sè
e a sé ritraesse il suo soffio,
15 ogni carne morirebbe all'istante
e l'uomo ritornerebbe in polvere.
16 Se hai intelletto, ascolta bene questo,
porgi l'orecchio al suono delle mie parole.
17 Può mai governare chi odia il diritto?
E tu osi condannare il Gran Giusto?
18 lui che dice ad un re: «Iniquo!»
e ai principi: «Malvagi!»,
19 lui che non usa parzialità con i potenti
e non preferisce al povero il ricco,
perché tutti costoro sono opera delle sue mani?
20 In un istante muoiono e nel cuore della notte
sono colpiti i potenti e periscono;
e senza sforzo rimuove i tiranni,
21 poiché egli tiene gli occhi sulla condotta
dell'uomo
e vede tutti i suoi passi.
22 Non vi è tenebra, non densa oscurità,
dove possano nascondersi i malfattori.
23 Poiché non si pone all'uomo un termine
per comparire davanti a Dio in giudizio:
24 egli fiacca i potenti, senza fare inchieste,
e colloca altri al loro posto.
25 Poiché conosce le loro opere,
li travolge nella notte e sono schiacciati;
26 come malvagi li percuote,
li colpisce alla vista di tutti;
27 perché si sono allontanati da lui
e di tutte le sue vie non si sono curati,
28 sì da far giungere fino a lui il grido
dell'oppresso e fargli udire il lamento dei poveri.
29 Se egli tace, chi lo può condannare?
Se vela la faccia, chi lo può vedere?
Ma sulle nazioni e sugli individui egli veglia,
30 perché non regni un uomo perverso,
perché il popolo non abbia inciampi.
31 Si può dunque dire a Dio:
«Porto la pena, senza aver fatto il male;
32 se ho peccato, mostramelo;
se ho commesso l'iniquità, non lo farò più»?
33 Forse, secondo le tue idee dovrebbe ricompensare,
perché tu rifiuti il suo giudizio?
Poiché tu devi scegliere, non io,
dì, dunque, quello che sai.
34 Gli uomini di senno mi diranno
con l'uomo saggio che mi ascolta:
35 «Giobbe non parla con sapienza
e le sue parole sono prive di senno».
36 Bene, Giobbe sia esaminato fino in fondo,
per le sue risposte da uomo empio,
37 perché aggiunge al suo peccato la rivolta,
in mezzo a noi batte le mani
e moltiplica le parole contro Dio.